Jacopo Rigo – Storia

L’amore per i motori è l’eredità di mio papà.

Fin da quando ero piccolo gironzolavo con i meccanici, mentre mio papà Riccardo era impegnato in prova speciale, ed è per questo che i rally si sono fatti strada presto dentro il mio cuore.
 

I primi giri sull’Adam R2 di famiglia.

Prima di riuscire ad affrontare la mia prima gara ho fatto qualche giretto in pista con l’Opel Adam R2 di papà, una volta su un circuito di terra dove avrò messo insieme una trentina di giri e dopo il corso tenuto a Castelletto di Branduzzo per staccare la licenza.

Poche apparizioni che mi hanno regalato forti emozioni, gettando delle buone basi per imparare le tecniche primarie della guida.
 

Via con la prima gara, senza patente.

Come dimenticare il mio esordio, il Two Castles del 2024, con l’atmosfera a fine gara che era paragonabile alla vittoria di un mondiale, anche se eravamo arrivati in fondo senza alcun risultato.

Non avevo la patente e non ero maggiorenne ma, grazie alle opportunità date dalle federazioni estere, ho avuto la possibilità di iniziare la mia avventura al volante.

Ero talmente concentrato nel cercare di non fare graffi all’Adam che l’agitazione non si è fatta nemmeno sentire.

È stato magico poter coronare il sogno di correre in un rally vero, per di più sulla terra.
 

Mi sono affezionato ai rally e sono innamorato della terra.

Ho sempre visto mio papà correre nei rally e mi ci sono veramente affezionato.

Correre sulle strade di tutti i giorni regala una botta di adrenalina non indifferente e farlo sullo sterrato, fondo del quale mi sono innamorato, è semplicemente spettacolare.